Benedetto Bocchiola (Marco)
Di anni 20 – meccanico – nato a Milano il 14 maggio 1924 –. Dal marzo al giugno 1944 svolge attività di raccolta e rifornimento di armi per le formazioni di montagna – nei mesi successivi prende parte a varie azioni effettuando colpi di mano su caserme occupate da forze nazifasciste e posti di blocco –. Arrestato il 10 ottobre 1944 in Valle Biandino (Lecco), da SS italiane, nel corso di un rastrellamento –. Processato il 13 ottobre 1944 a Casargo (Lecco), da tribunale misto tedesco e fascista –. Fucilato il 15 ottobre 1944 ad Introbio (Lecco), da SS italiane, con Carletto Besana ed altri quattro compagni.
(Scritta poche ore prima della fucilazione, quando già conosceva la sua condanna).
15.10.1944
Carissimi genitori,
vi scrivo queste poche righe per farvi sapere che la mia salute è ottima come spero sia anche la vostra, non pensate per me perché io sto bene. Se non riceverete mie notizie non allarmatevi.
Ricevete tanti saluti e tanti baci.
Vostro Nino
Che tenerezza questa lettera breve… sul punto di morte, non avrebbe mai voluto far soffrire i suoi cari.
Probabilmente, sul punto di morte, ognuno non pensa tanto a se stesso quanto alle proprie persone amate. Come i soldati che stanno per morire in guerra! Prima di morire si preoccupano di dire frasi come “di’ ai miei figli e a mia moglie che li amo”
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sì, hai ragione.
in questo libro sono raccolte decine di lettere di condannati a morte e tutte, anche se ognuna con parole e toni differenti, sono incoraggiamenti a chi resta. che poi è chi resta che soffre di più, specialmente in un momento storico come quello
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Già👍
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mi fa commuovere; nei panni di mamma, sento tutto l’amore di quel figlio, che si è sacrificato in nome del bene comune
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Alcune lettere sono veramente strazianti, altre attraversate da lampi di speranza. Ma sempre ci sono orgoglio e consapevolezza del motivo per cui si stava per morire
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