«Spinoza amava usare l’espressione latina sub specie aeternitatis, che significa “sotto l’aspetto dell’eternità”. Suggeriva che i fastidiosi eventi quotidiani diventano meno sconvolgenti se sono considerati dal punto di vista dell’eternità. Io credo che questo concetto sia uno strumento sottovalutato nella psicoterapia. Forse», e a questo punto Philip si voltò e parlò direttamente a Julius, «può offrire una forma di consolazione persino al serio assalto che stai fronteggiando».
«Vedo bene che stai cercando di offrirmi qualcosa, Philip, e lo apprezzo. Ma proprio in questo momento l’idea di avere una veduta cosmica della vita costituisce il lato sgradevole della medicina. Lascia che ti dica perché. L’altra notte non ho dormito bene e ho cominciato a sentirmi triste per non aver saputo apprezzare quello che avevo nel momento in cui stava avvenendo. Quando ero giovane, consideravo sempre il presente come un preludio a qualcosa di meglio che sarebbe dovuto succedere. E poi, gli anni sono passati, e all’improvviso mi sono ritrovato a fare l’opposto: mi immergevo nelle acque della nostalgia. Quello che non ho fatto a sufficienza è stato far tesoro di ogni singolo momento, e questo è il problema rispetto alla soluzione del distacco che tu proponi. Credo che sia come guardare la vita dal lato sbagliato del telescopio».
Irvin Yalom