Angeli


Vista dalle poche piccole nuvole in posa nel bel mezzo del cielo azzurro metallizzato, la spiaggia di Rimini sembrava una fetta di torta alla crema caduta a terra proprio sul bordo di una grande pozzanghera e su cui milioni di formiche girovagavano in cerca di millimetro libero da succhiare.

Planando lentamente, di quelle formiche sonnacchiose cominciavano a scorgersi le sembianze vagamente umane, e della torta gli ombrelloni come ornamenti fragola e cioccolato. In più, oltre al gran baccano che faceva la schiuma sopra le onde, alcuni chiacchiericci troppo squillanti sbucavano dal brusio come solisti da un coro, il tutto trasformando la scena da semi-poetica a quasi popolare.

Poi, discendendo ancora fin sopra i tetti degli alberghi, di qualcuno degli umani s’indovinavano perfino i tratti abbronzati del viso, le smorfie del caldo e, sotto i funghi colorati a bande orizzontali tutti disposti in riga esatti come un esercito, compariva gradualmente il domino selvaggio dei lettini da mare zavorrati con sacchi in corda pieni di plastica mascherata da giocattoli. Alcune borsette abbandonate all’ombra vomitavano intanto rigurgiti di olio abbronzante sulle cerniere e settimane enigmistiche masticate dall’ozio sporgevano a lato come linguacce.


Il brusio, adesso, era un vero e proprio rumore.


Si giunse all’altezza della sterminata piana degli ombrelloni aperti. Da lì era facile distinguere le curve della sabbia e seguirne con gli occhi l’andamento gibboso, anche quando un piede, un sandalo o una palla ne spezzavano maldestre le dune, guastando a tratti la forma sinuosa di quella fantastica distesa primordiale. Per riparare al chiasso, divenuto nel frattempo un corpo unico che s’era sostituito ai mille fragori molesti di poco prima, noi angeli eravamo costretti ad affondare le orecchie ben dentro la sabbia.

E proprio così, piegato in giù come uno struzzo, mi capitò di sentire ciò che certi granelli si dicevano in modo concitato non lontano da dove mi trovavo. Uno di loro, udii chiaramente, rassicurava gli altri con voce ferma:

«Un giorno, sarò famoso!»


Francesco Gazzè

2 pensieri su “Angeli

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