Mia madre, rimasta vedova e vedendosi senza marito e senza protezione, e pensando che a frequentare gente per bene si diventa uno di loro, andò a vivere in città e affittò una casuccia. Si mise a cucinare per certi studenti, e lavava i panni a certi mozzi di stalla del Commendatore della Magdalena, così che cominciò a visitare le scuderie.
In questo modo finì per conoscere un uomo scuro di pelle, uno di quelli che badavano alle bestie. Costui veniva qualche volta a casa nostra e se ne andava il mattino dopo. Altre volte si presentava alla porta di giorno, con la scusa di comperare delle uova, e si infilava in casa. All’inizio, quando cominciarono questi traffici, mi sentivo molto infelice e avevo paura di lui, vedendone il colore e la brutta faccia. Ma accorgendomi che quando veniva si mangiava meglio, presi a volergli bene, perché portava sempre pane e pezzi di carne, e in inverno legna con cui ci scaldavamo.
Di modo che, continuando ospitalità e visite, mia madre finì per darmi un graziosissimo moretto, che io tenevo in braccio per scaldarlo e per cullarlo. E mi ricordo che, mentre il mio patrigno dalla pelle scura giocherellava con il bimbetto, questi, vedendo mia madre e me bianchi e lui no, s’impauriva e lo sfuggiva correndo da mia madre e poi, indicandolo con il ditino, diceva: «Mamma, babau!». E lui ribatteva ridendo: «Gran figlio di puttana!».
Io, benché fossi ancora un bambino, feci caso a quelle parole del mio fratellino e dissi tra me e me: «Quanti ce ne devono essere al mondo che rifuggon dagli altri perché non vedon se stessi!».
Lazarillo de Tormes
Vero.
(Ho letto ora dell’incidente dalle tue parti… spero non ci fossero persone di tua conoscenza là sopra)
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vedi che serve dire che si è di Pioltello? no, nessuno che conosco, almeno che io sappia
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Sicuramente serve, se ci si interessa.
Che brutta storia.
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è una storia ordinaria: può capitare a chiunque, in qualsiasi momento e per questioni imprevedibili.
quindi finché possiamo vivamus, mea Lesbia, atque amemus
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Ma proprio ordinaria ordinaria non direi. Non capita così spesso.
Poi mi fa sempre strano leggere di incidenti ferroviari perché quando viaggio in treno, non so per quale motivo, mi sento al sicuro… ed é assurdo perché una volta un treno su viaggiavo lo ha anche fatto un incidente (molto molto meno grave per fortuna)
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intendevo la morte. la morte è assolutamente ordinaria: incidenti domestici, stradali, influenze finite male. il padre di una mia amica è morto potando un cespuglio.
questo è solo un caso che fa scalpore (troppo, odio la morbosità con cui se ne stanno occupando i media) per la sua spettacolarità, per la possibilità di raccontare storie che il pubblico dimenticherà dopodomani.
ma la morte succede tutti i giorni, ovunque, e in maniere assai più disgraziate, di cui non ce ne frega nulla.
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Sarà anche ordinaria, ma sempre una brutta storia é. Sarebbe impossibile occuparsi di tutte le morti che avvengono ed é abbastanza naturale che questa notizia attiri più di altre, anche per individuare le responsabilità dell’accaduto (anche io odio però quando queste tragedie diventano una forma di spettacolarizzazione del dolore).
Frega nulla non direi. Sicuramente se tra le vittime ci sono persone che conosci é diverso (e infatti é stata la domanda che ti ho fatto), ma a me non lascia indifferente nessuna morte disgraziata.
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dico solo: viviamo con grazia finché ci è concesso e per quel che è in nostro potere.
e allora, quando arriverà, la morte sarà meno disgraziata. o forse non lo sarà affatto.
a volte ho la sensazione che per molti ci sia più pena nel vivere che nel morire. e non è retorica
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E qua non posso che pensarla allo stesso modo.
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