Edda Marty


In realtà la Marty era pessimista, come tutte le intelligenze temerarie. Nella vita faceva lo stesso: si buttava audacemente nelle difficoltà, ma non era mai sicura di poterne uscire.

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L’amore non doveva esser per lei una servitù; né ella aspirava ad esser la conquistatrice, la donna fatale, che è in fondo altrettanto debole e servile, ma solo mascherata di forza e di dominio; a lei bastava non perdere mai la padronanza di sé e poter disimpegnarsi quando volesse dalla rete d’amore. Rinunciarvi no; capiva troppo bene che la rinuncia sarebbe stata una menzogna, perché ella aveva bisogno d’amare come di riposare nell’ombra dopo aver molto camminato nel sole.

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Edda Marty scosse la testa: – No, voi non mi avete mai, neanche tu Momi, presa per il mio verso. Non m’avete capita. Io volli essere semplicemente un vostro compagno, e voi m’avete sempre respinto e ricacciato nel mio sesso, mi avete costretto a restar donna perché vi facessi del male.


Giani Stuparich

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