«Ma cosa vai a cercare laggiù, ogni volta?», gli chiese dopo un po’. La sua voce non pareva irritata come temeva Jonathan. «Che ci vai a fare… tutto solo», aggiunse, «tra quei laghetti isolati?». Jonathan tossì e liberò il fiato dalle narici. Le vene della fronte gli pulsavano per il caldo. Nel frattempo pensò a tutti quegli indescrivibili pomeriggi silenziosi trascorsi lì da solo, a quanto era felice. Non avrebbe saputo spiegarle che laggiù tutto era fermo eppure si muoveva. Che non esisteva il tempo. Né passato, né futuro. Che le cose capitavano secondo le loro leggi. Quando andava lì, non doveva fare altro che inspirare ed espirare, sedersi e guardare. Nessuno che volesse niente da lui. «Vado solo a pescare, come sempre. Ecco che ci vado a fare. A pescare. Da solo».
Inge Schilperoord
E’ una citazione ?
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Sì, dal romanzo Nuvole di fango
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La solitudine ha un costo, ma non è mai alto come quello che ti dà in cambio, anche se molti non lo sanno.
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la solitudine è l’unica libertà che può permettersi Jonathan: il protagonista de Le nuvole di fango è un pedofilo in fuga dai suoi istinti e da una madre ottusa e castrante, con cui è costretto a vivere
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aiuto! Avevo interpretato diversamente. E’ un brano che mi coinvolge perché è un periodo che mi sta a cuore il tema del rapporto tra solitudine, libertà, scrittura, vita, amori e varie altre bazzecole 🙂 Bello, comunque
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certo, senza riferimenti era impossibile risalire alle premesse… comunque un bel libro, spietato perché non giudicante. lo consiglio
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