Il borghese deve affermare quella che sarà la sua identità per tutta la vita. L’aristocratico si manifesta per quello che è già al momento della nascita. Il borghese si sente costretto ad accumulare, o quanto meno a salvaguardare. Lui ormai non apparteneva alla generazione di chi accumula, e a dire il vero neppure alla seconda, quella di chi custodisce. Me ne aveva parlato una volta. Stava leggendo un libro tedesco e dichiarò di avervi trovato la risposta alla questione fondamentale della sua esistenza. Io non amo tali «grandi questioni» – sono convinta che intorno a un essere umano ci siano sempre state, e sempre ci saranno, una miriade di minuscole questioni e che solo il loro insieme sia davvero importante –, perciò gli domandai con una punta di sarcasmo: «Così ora sei davvero convinto di conoscere te stesso?…». «Certo» rispose. E, dietro gli occhiali, il suo sguardo era così sincero, così puro e fervido, che mi pentii della mia domanda. «Io sono un artista, solo che non ho trovato la mia forma d’arte. Tra i borghesi capita, e in questi casi una famiglia si estingue». Non ne parlò mai più.
Sándor Márai