Un incontro a Lesina

 


Quando piove sul Gargano

Le grondaie agli spigoli delle case

Tintinnano come le campane

Di una città sotterranea.

È novembre a Lesina,

Un novembre di tempesta:

E la laguna si squieta e sconfina

E s’increspa nel cielo

Temprato dalle nubi.

Vago solo per questa strana Puglia

Che è una scaglia di Valpadana

Scaraventata nel mare.

L’ombrello ora scudo ora vela nel vento

E il vento ora è un muro, adesso un cucchiaio

Che mi scodella da un vicolo all’altro.

Poi si è raccolto un improvviso silenzio

E un suono l’ha scosso a me familiare:

Decine di piccole voci d’uccello

Nascoste, gremite, raggianti

Balenavano tra le foglie d’un rampicante

Riversandosi dall’alto su di me

Come una cascata di zecchini nella pioggia.

Il tempo di alzare lo sguardo

E di sussurrare: “Siete arrivati fin qua…

E lo stormo ha frullato all’unisono

Tessendo uno scorcio di cielo

Come un immenso saluto,

Come era accaduto

– Forse quindici giorni fa –

Settecento

Venti

Quattro

Chilometri a settentrione

Di questo nuovo incontro.

Era mattina, mi pare, sopra un campo di pallone.