Riprendo a mentire con una certa grazia,
mi chino rispettoso davanti allo specchio
che riflette il mio collo e la cravatta.
Credo d’essere questo signore che esce
tutti i giorni alle nove.
Gli dei sono morti l’uno dopo l’altro in lunghe file
di carta e di cartone.
Niente mi manca, neppure tu
mi manchi. Sento un vuoto, ma è facile
un tamburo: pelle a entrambi i lati.
A volte torni la sera, quando leggo
delle cose che rasserenano: i bollettini,
dollaro, sterlina, i dibattiti
delle Nazioni Unite, mi sembra
che la tua mano mi pettini. Non mi manchi!
Soltanto delle cose minute improvvisamente mi mancano
e vorrei ricercarle: la contentezza
e il sorriso, quell’animaletto furtivo
che ormai non vive più fra le mie labbra.
Julio Cortázar