Mi voglio come un essere eterno.
Vocali, cibo e persone
che appartengano a me.
A me soltanto.
Polarizzare la parola
ed esploderla
in ogni suo potenziale.
Attraversare
silenzioso come un uragano
in lontananza
i tetti e i campi della storia.
Come il tempo.
Come argento che grida
espellere tutti i miei possibili tormenti
in qualche vago splendore.
Ma è poco, ancora troppo poco…
Non intesserò nulla se non
una lapide opaca.
Ed io la consumo con ore e giorni
in convulso boccheggiare di poesia.
Amato mistero,
erompo sulla tua fonte sigillata
per mescolare le mie acque alle tue.
Ma io non sono che sabbia.
Domenico Aliperto