Tanto non ti avrebbe creduto


Dopo un lungo silenzio Max andò da Lancia e si chinò sui ginocchi davanti a lui. Si schiarí la gola e gli disse: – Senti, Lancia. Se ci mettono al muro insieme, facciamoci forza tra di noi. Facciamo un piano fin d’adesso.

Ma Lancia scuoteva già la testa quando Max doveva ancora finire di parlare. Sempre scuotendo la testa disse: – Non prendo nessun impegno, perché non posso prenderne. Neanche tu puoi prenderne con me, se ci pensi. Se mi mettono al muro, per me non ha nessuna importanza che mi ci mettano solo o con te. E poi non ho nessuna idea di come mi comporterò. Avrò una paura nera, questo è certo, ma non so proprio che razza di cose mi farà fare questa paura.

Max non disse piú niente, si rialzò e andò alla porta. Là serrò le dita attorno a una sbarra dello spioncino e cosí stette finché si sentí le dita abbruciacchiate dalla ruggine.

Tornò e si sedette nel suo angolo in faccia a Lancia.

Parlò. – Se me la cavo, se il maggiore ritira l’ordine della mia fucilazione e mi libera… – Lancia fece con le labbra un verso d’irrisione, ma questo non lo fermò, – … esco e non m’intrigherò mai piú di niente. Di niente. Nei partigiani non ci torno, tiro una croce sulla guerra e sulla politica. E se qualcuno verrà a dirmi che sono un vigliacco, io non gli risponderò a parole, ma gli riderò soltanto sul muso. Nei partigiani non ci torno. Tanto non avrò piú ragione di fare il partigiano perché, se mi lascia andare, io la repubblica non la odierò piú. Me ne dimenticherò. Penserò soltanto che a un certo punto della guerra m’è capitata una cosa tanto tremenda che non è possibile che siano stati degli uomini a farmela. Mi ricorderò fin che campo della cosa, ma mi dimenticherò subito degli uomini. Purché me la cavi, faccio voto di solo guardare e non toccare nella vita, sono pronto a fare il pitocco tutta la vita, lavorerò a raccogliere lo sterco delle bestie nelle strade. E se cosí la vita mi sembrerà dura, farò presto a rinfrescarmi la memoria, e dopo mi metterò a sorridere.

Guardava in terra ma si sentiva
puntati addosso gli occhi di Lancia.

– Non contiamoci balle, Lancia, che è peccato mortale contarcene al punto che siamo. Sei convinto che noi siamo stati fatti fessi e che non possiamo piú farci furbi perché ci pigliano la pelle? Tu te la senti di morire per l’idea? Io no. E poi che idea? Se ti cerchi dentro, tu te la trovi l’idea? Io no. E nemmeno tu.

Lancia lo fissava, ma i suoi occhi semiaffogati non gli lasciavano capir niente. Max si sentí una vampa sulla faccia e un furore dentro. Era tutto teso, se Lancia faceva tanto di accennare a negare, lui gli si sarebbe buttato addosso e l’avrebbe preso per la gola urlando: – Porco bugiardo e vigliacco che non vuoi dire che io dico la verità!

Ma Lancia disse con voce controllata: – Sfogati fin che vuoi, ma parla piano che la guardia non ti senta. Non mi piace che si affaccino allo spioncino.

Max sgonfiò il petto e poi riprese a parlare calmo.

Io non ho mai ucciso. Ho visto uccidere, questo sí. La prima volta che ho visto i miei compagni fucilare un fascista, quando è caduto, io mi son messe le mani sulla testa perché mi sembrava che il cielo dovesse crollarci addosso. Soltanto la prima volta m’ha fatto quell’effetto, ma anche in seguito veder fucilare è una cosa che m’ha sempre indisposto, che mi ha sempre fatto venire delle crisi. Una volta ho preso un repubblicano, io da solo. Gli sono arrivato dietro e gli ho puntato la pistola nella schiena. A momenti sveniva per lo spavento, ho dovuto prenderlo per la collottola per tenerlo dritto. Ti giuro che ho sentito pietà, e sono stato a un pelo dal buttar via la pistola e mettermi a confortarlo. Lui piangeva e avevo voglia di piangere anch’io. Poi l’ho portato su al comando, l’ho consegnato e mi son fatto promettere che quello non l’uccidevano.

Mi hanno promesso tutto quello che volevo,
m’hanno lasciato voltar le spalle e l’hanno fucilato.

Ti dico queste cose perché voglio farti capire come mi sento io. Quando ho vinto non ho intascato la posta, e adesso che ho perduto devo pagarla per intiero. Ma mi sembra di pagare per degli altri.

– E le hai dette queste cose al maggiore quando t’ha interrogato?

– No.

– Tanto non ti avrebbe creduto.


Beppe Fenoglio

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