Poi ci furono i funerali al paese col carro di prima classe dato che io avevo detto alle sorelle che facessero un po’ come volevano senza badare a spese, e c’erano un paio di corone e diversi cuscini di fiori, e l’arciprete in persona che seguiva la bara insieme con tutti e due i suoi cappellani, e parecchia gente sinceramente addolorata perché mio padre era un vero galantuomo di quelli di una volta, lo dicevano tutti e in modo particolare i sei o sette iscritti all’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo intervenuti in forma ufficiale con la bandiera della sezione, e insomma era una cosa più che decorosa sulla quale lo stesso defunto non avrebbe trovato nulla o ben poco da ridire, e anche il luogo della sepoltura era stato scelto appropriatamente, uno dei loculi dell’ala sinistra del nuovo colombario dove finivano tutte persone di ceto benestante, e io pensavo ecco vecchio sarai contento ora che hai in qualche modo coronato le tue aspirazioni borghesi, qui sei in mezzo a dottori, cavalieri e possidenti, pace all’anima tua, e perdonami se sulla pietra non ho fatto scrivere cittadino integerrimo, probo e onesto, e neanche Maresciallo d’Alloggio in Pensione dei Reali Carabinieri, e neanche Commerciante che era qualifica alla quale in mancanza d’altro tenevi molto nonostante gli scarsi successi, d’altra parte la bottega te l’eri venduta da qualche anno facendo l’ultimo cattivo affare sicché a stretto rigore commerciante non lo eri più, ma a te sembrava brutto non essere niente nemmeno cavaliere, e lo so che tu pensavi che io stando a Roma avrei potuto farti nominare almeno cavaliere senza alcuna fatica, pensavi che avessi familiarità con deputati e magari ministri, invero non conosco nessuno che possa far cavaliere un uomo per quanto probo e onesto, per meglio dire non mi sono mai dato cura di conoscere neanche i capi divisione e i direttori generali dei ministeri, pertanto accontentati del semplice nome e cognome che sta scritto sulla tua pietra, nome e cognome e non viceversa come usavi tu, ma abbi pazienza chi appartiene al ceto benestante non si firma con cognome e nome, benché a te questo non sia mai entrato nella testa.
Giuseppe Berto