Lucio dove vai


Lucio dove vai fu il primo tentativo come autore di versi. E corrisponde a un momento di svolta in cui provò a liberarsi di alcune catene, a rappresentarsi per quello che era, al di là delle balle inventate per far colpo, dell’aspetto fisico, dell’anticonformismo che era diventato un marchio obbligato anche quando semplicemente andava al cinema con gli amici e rumoreggiava per tutto il tempo. Poteva succedere che una sera andasse in scena semplicemente in mutande, un altro giorno girava con delle ciliegie come orecchini, entrava nei ristoranti con le scarpe in mano, e una volta scandalizzò i dipendenti della Rca girando nei corridoi seminudo con Patty Pravo. Ma almeno in musica voleva cambiare:

Ebbi degli scontri con i miei produttori. La prima canzone che ho scritto in assoluto di un certo valore è stata Lucio dove vai, uno dei pochi casi di musica soul italiana, cioè di musica-anima. E bisogna calcolare che le canzoni allora si facevano proprio di getto. C’era quasi una tradizione: se ci mettevi più di dieci minuti la canzone non “andava”, era sbagliata. Una sera dissi a Bardotti che avevo una base di basso nella testa che faceva «Dan Dan Dan». Su quella base feci la musica in due minuti e dissi: «Senti com’è ottimista questa canzone», lui rispose: «Sì, in effetti», e allora io: «Perché non facciamo una specie di dibattito-contraddittorio con me stesso?». In un quarto d’ora la canzone era completa. Lucio dove vai voleva essere una canzone polemica, in me era in atto un fenomeno di dissociazione: la mia figura pubblica era dissociata dalla realtà. Per esempio, non cercavo interviste, odiavo i giornalisti, i fotografi. Non solo li rifiutavo, ma quando mi raggiungevano diventavo pazzo, facevo delle cose assolutamente strane.

La canzone ebbe un buon riscontro grazie alla sua singolarità, ma soprattutto per l’atteggiamento di Dalla che, a differenza di tutti gli altri cantanti del momento, non sembrava aver nessun interesse a vendere canzoni. Prova ne sia la partecipazione a “Settevoci”, il programma televisivo condotto da Pippo Baudo. Dalla era stato invitato a cantare Lucio dove vai, ma a differenza di quanto fanno tutti gli altri cantanti lui non la canta, la recita.

Lucio dove vai? Si fa notte nel cielo. Dove dormirai?
Lucio dove vai? Sempre in giro a cercare per le strade.
Lucio dove vai? Neppure tu sai più perché, ma canti, ma canti.
Lucio chi sei tu? Un vestito diverso non ti cambierà.
Lucio chi sei tu? Perché hai coperto col berretto rosso
Il grigio che c’è in te?
E non sai più perché lo fai. Ridi, ridi.
Lucio come stai? Le tue bugie ora le pagherai.
Lucio come stai? Cosa salvi dei momenti colorati
Che tu chiami vita?
Lucio come stai? Nemmeno tu sai dirlo ormai.
Ma vivi, tu vivi, tu vivi.

Il testo racconta bene la confusione che anni prima aveva cercato di risolvere con l’aiuto di uno psicanalista, per sbrogliare quell’intricato groviglio di fili emotivi, passionali, intellettuali, sessuali, familiari, che lo teneva annodato. Lo ricorda Baldazzi: «Si risolse insomma a stendersi sul lettino dello psicanalista, cosa del tutto impensabile nella Bologna di allora. E fu l’ennesima delusione: i dribbling, le bugie, le rimozioni a ripetizione alla prima seduta indisposero il medico che si sbarazzò subito di lui, spedendolo da un collega. Lucio poi cambiò un altro analista ancora, e alla seconda seduta concluse l’esperienza».

Lo specialista aveva un’idea chiara della situazione e disse a Dalla che a suo parere lui non aveva nessuna intenzione di risolvere i suoi problemi. E forse aveva ragione, perché Lucio, andando avanti con gli anni, aveva imparato a convivere con i suoi fantasmi, con le sue visioni, creando, soprattutto attraverso la musica, il suo personale “campo di distorsione della realtà”.


Ernesto Assante e Gino Castaldo

8 pensieri su “Lucio dove vai

  1. Da “Storie di casa mia”, album che in effetti ho poco considerato. Ma la versione recitata però non si trova, mi sa.

    Forte sta cosa delle canzoni che se ci metti più di dieci minuti a partorirle non vanno (quindi “Ciecato d’amore” spaccherebbe di sicuro).

    Veramente difficilmente circoscrivibile doveva essere, Lucio

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      1. La casa in riva al mare la so, e anche I due innamorati, Il bambino di fumo e quella famosissima. Ma non tutto tutto perché queste erano quelle che dovevi passarmi tu.

        Con gli ultimi niente, ci ho provato. Mi spiace valga la regola anche per lui

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