Tu non lo sai com’è il mondo amore mio:
nella notte di Londra c’è un uomo che dorme annidato tra gli stracci ai piedi di una vetrina
sulla Strand, e lo fissano volti vuoti di manichini
rivestiti di cachemire. E tutto intorno, vedessi,
lo sfavillio delle luci di Westminster: tonnellate d’elettricità e nemmeno una scintilla per scaldarlo.
Il mio vicino di casa è un pazzo furioso. Dovresti
ascoltarlo che bestemmia oltre i muri e rovescia Dio
e i soprammobili, e strattona la vecchia madre pigolante.
E un giorno amore, te lo dico, si ammazzeranno.
E i telegiornali, piagnucolando, a ricamare che i condomini
sapevano – che io sapevo – e che non siamo intervenuti. Ma così va il mondo e così noi lo lasciamo andare.
“Non mi lascio andare ma non lascio andare te”, cinguetta la cantante sul palco, e sorride maliziosa, e ancheggia
negli sguardi del pubblico. Ma con la coda dell’occhio
è attenta al battere e levare della percussionista. Tu non puoi saperlo,
amore mio, ma stamattina lei l’ha lasciata, nella camera d’albergo
di una città sconosciuta. La finestra che dà sul mare è ancora aperta, la tenda ondeggia desolata: dovrà cantare finché il mondo resta.
Conosco un’altra donna – ma in realtà sono dieci cento mille donne,
e non sei tu amore – che guarda negli occhi il suo uomo e lo chiama
tutte le sere e gli chiede come stai e lo rassicura regalandogli
l’orgasmo. Magari addirittura ci ride insieme! Ma non lo ama, lo preda. E sognando altro attende il miraggio dell’emozione
o il miracolo della saggezza che sa di rassegnazione a ciò che vuole il mondo, che non perdona il senso di colpa.
Il fatto, amore mio, è che il mondo oggi è una cova di pulcini imprigionati nel proprio guscio: stretti stretti senza potersi
mai toccare questi esserini a volte s’illudono di spiccare
il volo, aprono il motore di ricerca dei propri minuti pensieri
e producono versi come preghiere che sono oltraggi all’ovvietà.
E può darsi amore mio che anch’io sia uno di loro.
Con la differenza che – a te – io vorrei dire solo la verità.
spaesata, tenera, un poco folle lettera, piacevole da leggere, specie se non si è il destinatario.
(i rossi dell’attenzione avrei preferito metterceli io, idealmente)
ml
bella!
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Ciao Pina!
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è tua?
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Sì, quando non c’è la firma è roba mia
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e bravo, il ragazzo!
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Ti offro pure una brioche!
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ci contavo…
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spaesata, tenera, un poco folle lettera, piacevole da leggere, specie se non si è il destinatario.
(i rossi dell’attenzione avrei preferito metterceli io, idealmente)
ml
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i destinatari, in realtà, sono molti.
il rosso in effetti è a discrezione.
grazie per essere passato Massimo
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